martedì 14 febbraio 2012

Motta Sant'Anastasia - Urbanistica del comprensorio mottese

Il testo a seguire è stato elaborato nell'abito degli studi per la tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura, studi  relativi ad una proposta progettuale per gli spazi pubblici ricadenti nel centro storico medievale di Motta Sant'Anastasia. Il post è pubblicato come ampliamento, integrazione ed approfondimento della suddetta tesi.

Università degli studi di Catania - Facoltà di Ingegneria - Corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura

Autore: Carmelo Cesare Schillagi
Relatore: Prof. Ing. Sebastiano D'Urso
Co-relatore: Ing. Alessandro Lo Faro
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Inquadramento Socio-Territoriale

Urbanistica del comprensorio mottese
Prima di addentrarci nella descrizione dell'abitato di Motta è bene dare qualche breve indicazione sull'urbanistica della zona. Il modello insediativo oggi leggibile attorno alla città di Catania è il tipico “ring”, ovvero un anello di centri minori che hanno fuso il proprio abitato con la città stessa, senza soluzione di continuità sia in termini fisici che di funzioni.
Il risultato finale di tale modello narra di una grande metropoli con assetto centrale ed infrastrutture disposte a raggiera, in cui i comuni limitrofi vengono vissuti come brani di periferia. Il paese si Motta si distacca in maniera netta da questo tipo di forma urbis, configurandosi più come un'entità autonoma e ben leggibile sul territorio. I due centri abitati di Motta e Catania distano su strada circa 11 km e sono separati per buona parte dal territorio di Misterbianco, dal suo abitato e dalla sua zona commerciale, e dalla Valle dei Sieli, un sistema di brulle colline tripartito tra questi comuni. L’area si è trasformata negli anni in una sorta di divisorio urbanistico dapprima con la realizzazione di diversi impianti di estrazione d'argilla, la discarica di contrada Tiritì (celebre per essere una delle più grandi della Sicilia) e di recente con un progetto di salvaguardia delle aree naturalistiche dei Sieli da inserire in un futuro Parco della Valle del Simeto (1).
Il paese di Motta Sant’Anastasia, dunque, sembra destinato anche in futuro a mantenere la propria condizione di esclusione rispetto al sistema del “ring”, sistema sempre più apprezzato tra la popolazione residente dell’hinterland, e pertanto dovrà “inventarsi” una propria dimensione, un modo di legarsi al contesto che scavalchi la “barriera” a est dei Sieli.
Individuazione e distribuzione degli spazi costruiti nell’hinterland del Catanese. Confini comunali in rosso; linea di costa in blu. Elaborato sulle aerofotogrammetrie (volo 1999) fornite dalla Provincia Regionale di Catania, in scala originale 1:10000.
I confini ad ovest di Motta Sant'Anastasia sono condivisi esclusivamente con le campagne del comune di Belpasso e non presentano particolari criticità. Il torrente Finaita segna i confini tra i due territori. Di tutt'altra natura sono i confini a nord condivisi tra Misterbianco, Camporotondo e Belpasso. In questa zona sono nate le frazioni di Piano Tavola e Valcorrente seguendo in pieno la tradizione degli insediamenti lineari, nello specifico innestandosi sulla SS121 (Catania-Paternò) e la parallela SP14. Come è noto, gli abitati che si sviluppano lungo importanti arterie stradali riescono meglio a sfruttare le potenzialità commerciali del luogo. In questa maniera il microcosmo di Piano Tavola ha acquistato negli anni un certo benessere che, tuttavia, non trova corrispondenza con l'attuale forma urbana. Il territorio è risultato ingovernabile a causa della quadripartizione comunale: non esistono servizi condivi, né infrastrutture o luoghi pubblici che possano godere di amministrazione e manutenzione comune. Tali problematiche hanno portato i residenti a chiedere circa un trentennio addietro l’autonomia dell'area (2) . Nel tempo si è concretizzato uno scellerato piano autonomistico che, allargandosi a macchia d'olio, ha ricompreso al suo interno porzioni di territorio che vanno dalla zona industriale-commerciale di Belpasso fino a lambire all'estremo sud l'autostrada Catania-Palermo. Negli ultimi anni il piano ha riscontrato molto seguito negli ambiti dell'amministrazione regionale, la quale ha concesso un referendum autonomistico da sottoporre ai residenti della frazione. Di recente il referendum è stato annullato grazie all'intervento dei comuni coinvolti, Belpasso in testa, che pensano di risolvere la questione in maniera condivisa annettendo l'intera area ad un unico comune (con ogni probabilità, Belpasso stesso). Questi sviluppi lasciano intendere che in ogni caso i confini a nord di Motta verranno rimaneggiati e modificati in un futuro non troppo lontano.
Stralci del progetto autonomistico di Piano Tavola. La prima immagine mostra l’intero territorio del futuro comune di Piano Tavola; la seconda riporta le aree sottratte al comune di Belpasso (in giallo), di Camporotondo (verde), di Misterbianco (rosa) e di Motta Sant’Anastasia (azzurro). Fonte: Alessandro Petralia, "Piano Tavola: un’autonomia molto cara”, Quotidiano di Sicilia, http://qds.it/7712-piano-tavola-un-autonomia-molto-cara.htm, 01 luglio 2011
Una situazione insolita si registra nell’estremo sud del territorio mottese. Qui, infatti, esistono tre aree isolate, degli enclave se così si possono definire. Il primo riguarda un’ansa del fiume Simeto, appartenente a Motta, ma inglobata sul territorio di Belpasso. Come vedremo nel paragrafo dedicato alla cartografia storica, si tratta di un'isola territoriale nata nella prima metà dell'ottocento. Il secondo enclave gravita attorno ad un terreno di Misterbianco inglobato in zona mottese. L’area è ritagliata tra due piccoli torrenti paralleli e all’interno vi ricade la masseria Alcalà. Questa è riportata su carta per la prima volta in un foglio catastale del 1930. Termina questo breve elenco la base Nato di Sigonella, Nas I (in funzione dal 1959), che poggia sui territori di Motta Sant'Anastasia e Catania, ma risponde a una giurisdizione sovranazionale.
Una così insolita suddivisione del territorio non è facilmente spiegabile con le poche informazioni in nostro possesso ma siamo portati ad immaginare che le modificazioni di quest'area ricalchino il genius loci del posto, sin da quando il sistema insediativo predominante era rappresentato dai microcosmi delle masserie.

Note:
1) - Per approfondimenti vedi Cicciarella Giorgio,“Il Parco della Valle del Simeto: emergenze e perimetrazione”, LA SICILIA, edizione catanese, 26 Novembre 2011, Catania , pagina 43.
2) - Per approfondimenti vedi Schillagi Carmelo Cesare, “Piano Tavola verso l'autonomia - Aggiornamento #7”, MOTTA SANT’ANASTASIA – BLOG, ultima consultazione 11/01/2012.
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Approfondimento tesi - post pubblicati:
-Inquadramento Socio-Territoriale
----- Territorio
----- Urbanistica del comprensorio mottese
----- Urbanistica di Motta

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